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QUI REDAZIONE...

 

 

 

 

UNA LETTURA MOLTO PARTICOLARE

Normalmente utilizziamo questo spazio per celebrare i nostri piccoli successi così come per informarvi sugli sviluppi della nostra attività di volontariato culturale.

In altri casi vi abbiamo informato di cosa stesse succedendo a livello internazionale nel cd. mondo napoleonico mettendovi a conoscenze di nuove iniziative o eventi che, seppur non necessariamente dedicati alla nicchia della medaglistica, ci sono apparsi interessanti da condividere con voi.

E’ seguendo proprio questa strada che questo mese vi consigliamo una lettura molto particolare ma che davvero vale la pena di fare.

 

 

 

 

 

 

Senza nulla togliere ai professionisti, uno dei nostri principi cardine è il dare il più ampio spazio possibile all’opera didattica ed al lavoro di approfondimento svolto dagli appassionati e dagli amatori dilettanti.

Questo romanzo ne è un esempio essendo l’opera prima di una giovane appassionata di storia rivoluzionaria. Maria Fabbri non è infatti una scrittrice di professione né un’accademica bensì un medico; il romanzo non è edito da una vera e propria casa editrice ma secondo l’innovativo modello di self publishing di Amazon in base al quale chiunque può mettere a disposizione del pubblico il suo lavoro creativo senza restare “strozzato” dal collo di bottiglia normalmente costituito dalla fase di stampa e distribuzione dei libri.

Cos’ha di così particolare questo libro? L’ardire di essere scritto in prima persona ovvero quella a che prima vista può sembrare la presunzione di immedesimarsi in uno dei più controversi, enigmatici e difficili personaggi che la storia dell’umanità abbia mai proposto: Maximilien Robespierre.

Confesso che la lettura delle prime pagine è stata per me un vero e proprio shock a cui ho reagito con un iniziale rifiuto a proseguire.

Mi sembrava di essere di fronte ad un vero e proprio caso di lesa maestà; come aveva potuto pensare questa sconosciuta di interpretare i pensieri più intimi di un uomo tanto pubblico quanto sconosciuto e misterioso sia ai suoi contemporanei che ai posteri?

Come poteva avere la presunzione di raccontare, partendo dalla visione personale di un protagonista contemporaneamente carnefice e vittima della storia, un periodo storico che a distanza di duecento anni ancora è campo di battaglia fra visioni diametralmente opposte tra apologisti ed accusatori, fra i partigiani dell’Incorruttibile e gli implacabili giudici del padre padrone del Terrore giacobino?

Ebbene, ci è riuscita!

Con il coraggio dell’incoscienza e della passione non ancora imbrigliata nelle dinamiche legate al professionismo, Maria Fabbri è riuscita a dare voce ad un uomo che ha fatto la sua fortuna così come la sua condanna a morte proprio grazie all’abilità oratoria.

 Pur all’interno di ampi spazi romanzati, l’autrice permette di seguire e ricostruire il cammino, entusiasmante e terribile, che nello spazio di soli sei anni ha portato l’Europa ha percorrere un percorso evolutivo sociale e culturale di centinaia di anni e di cui ancora oggi godiamo i frutti.

Il merito principale di questo gradevolissimo romanzo, è infine quello di mostrare come qualunque uomo, famoso o sconosciuto che sia, non è mai uno ma l’insieme di più forze, talvolta estremamente confliggenti fra loro, in continuo movimento e continuamente condizionanti il suo pensare ed il suo agire.

Per tutti coloro a cui non basta studiare la storia ma che vogliono sognare la storia.

 

Buona lettura!

 

 

Alain Borghini

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