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UN NUOVO PROGETTO EDITORIALE

ED UNA NUOVA RUBRICA

 

In questo quarto di secolo passato a ricercare e studiare incessantemente ogni sorta di medaglia, gettone, insegna, coniata nel nostro continente in quel breve ma fondamentale lasso di tempo dalla Rivoluzione francese alla Restaurazione, in più di un’occasione, mi sono sentito quasi travolto da un compito che sembrava essere impossibile da portare a compimento per la vastità della produzione medaglistica di quegli anni e per la frequenza con cui mi trovavo di fronte ad esemplari estremamente rari se non proprio inediti.

Ogni volta la passione e la determinazione hanno, alla fine, avuto la meglio permettendomi di fare piccoli, ma fondamentali passi in avanti nella mia opera.

E’ facile quindi immaginare il mio stato d’animo quando ho scoperto e poi realizzato, che a fianco di questa grande messe, vi fossero altre trecento medaglie che possiamo definire “fantasma” nel senso che pur essendo state attentamente progettate e disegnate sulla carta, poi non hanno avuto la loro consacrazione nel metallo. E questo non perché non lo meritassero per loro carenze, storiche, artistiche o tecniche. Anzi, il loro studio risulta essere ancora più interessante e piacevole proprio per la loro incontestabile bellezza e qualità.

E’ bene però spiegare meglio di cosa si sta parlando in quanto queste cd. medaglie fantasma non fanno parte di un unico corpus bensì costituiscono due entità distinte accomunate dal soggetto a cui sono dedicate: Napoleone e la sua epopea, dall’epoca della loro creazione, i primi anni dell’impero e dal loro stile perfetta espressione del gusto neoclassicista di quel periodo.

Le prime cento medaglie o progetti di medaglia, come forse sarebbe meglio dire visto la loro natura di medaglie “di carta”, appartengono ad un’opera oggigiorno del tutto sconosciuta ma che all’epoca ricevette il plauso non solo del pubblico ma anche della stessa coppia imperiale tanto che Maria Luisa concesse all’autore di dedicarle l’edizione francese uscita nel 1813.

Stiamo parlando della “Napoleonide” di Stefano Egidio Petronj. Costui era un letterato umbro, autore di molte opere a carattere prettamente linguistico che, durante il suo soggiorno a Napoli, decise di dedicare a Napoleone una raccolta di odi storiche ovvero una serie di componimenti in poesia con cui celebrare la biografia di Napoleone dalla sua gioventù alle sue più grandi conquiste alla data della sua redazione.

Se di per sé l’opera può apparire come la mera espressione di una sorta di piaggeria intellettuale da parte del suo autore, e non entrando nel merito del suo valore artistico o letterario, quello che a noi preme particolarmente per la sua assoluta originalità, è la scelta dell’autore di accompagnare ogni ode, con una medaglia (uniface) in cui raffigurarne il soggetto.

L’opera quindi si compone di cento odi ed altrettante medaglie ciascuna delle quali, nell’edizione francese del 1813, accompagnata anche da un breve testo in cui vengono spiegati il contesto storico, i tipi e le allegorie impiegate alla bisogna.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il secondo gruppo invece, composto da 201 progetti di medaglia, questa volta completi anche del rovescio, fu opera della Classe di Storia e Letteratura Antica dell’Institut Imperiale composta da un gruppo ristretto di intellettuali di altissimo livello, guidati dal famoso antiquario Ennio Quirino Visconti ed incaricata di portare a compimento la Storia Metallica di Napoleone il Grande.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Anche nel caso di questo splendido corpus di “medaglie di carta”, solo una ebbe per sorte quella di diventare una vera e propria medaglia metallica ovvero quella dedicata alla vittoriosa battaglia di Jena del 1806.

Tanto la Napoleonide che Les mèdailles historiques du regne du Napoléon le grand”, sono opere pressoché sconosciute anche ai più attenti collezionisti ed appassionati pur essendo delle testimonianze storiche ed artistiche di valore assoluto.

Per questo motivo, nell’ottica di portare avanti l’impegno del Medagliere Napoleonico alla scoperta e valorizzazione di tutto ciò che testimoni l’epoca napoleonica, lo studio di queste due opere e soprattutto del loro importantissimo bagaglio medaglistico, sarà oggetto di un’apposita pubblicazione di cui, mese dopo mese, vi daremo qualche saggio in una nuova rubrica con cui vi presenteremo qualcuna di queste bellissime medaglie ahinoi, incompiute.

 

 

Alain Borghini

 

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