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LE STORIE NAPOLEONICHE

 

  

 

Ephemerides Napoléoniennes 
 

La discesa in Inghilterra

o quando Bonaparte vendeva la pelle del leopardo britannico

 

Di René Wilkin.

Traduzione a cura di Giuseppe Marseglia

 

 

Riassunto: nel 1803, Bonaparte decide di invadere la Gran Bretagna e riunisce un’armata sulla costa di fronte all’Inghilterra, aspettando una favorevole occasione per attraversare la Manica.

Diverse medaglie sono coniate per l’avvenimento. Tre di queste riportano l’iscrizione “coniata a Londra”.

Le prime due appaiano delle prove. La terza, considerata come falsa da oltre un secolo, è stata acclarata prodotta da un industriale di Birmingham, Edward Thomason, su istigazione del duca di Wellington e con la complicità di un incisore parigino, probabilmente Jean Pierre Droz. Alla fine del 1805, l’armata d’Inghilterra viene rivolta verso l’Austria e il progetto di invasione è definitivamente abbondonato.

 

1. I precedenti

Da Hastings a Waterloo, i cruenti conflitti tra Francia e Gran Bretagna sono stati numerosi. L’ultimo in ordine di tempo, ha opposto la Francia al Regno Unito dal 1793 al 1815, con due brevi interruzioni dovute alla Pace di Amiens e alla prima Restaurazione.

Dai primi anni della Rivoluzione francese, i dirigenti della Repubblica formarono il progetto per intraprendere ad una armata l’attraversata del mar del Nord per portare la guerra a casa di un nemico che, considerando il numero di abitanti[1] e dunque l’esigua forza dei militari effettivi, non avrebbe potuto resistere alle truppe dello stato più popoloso d’Europa[2]. L’invasione dell’Inghilterra tuttavia veniva fortemente ostacolata dalla traversata del mare.

Benché i britannici disponevano di un esercito relativamente mediocre, indisciplinato, composto da ubriachi, da saccheggiatori, da ufficiali privi di istruzione che avevano acquistato i loro incarichi, possedevano la prima flotta del mondo che proteggeva efficacemente il loro paese.

Il 5 di brumanio, anno VI (26 ottobre 1797), il Direttorio decideva di formare un esercito d’invasione per conquistare la Gran Bretagna, sotto la direzione del giovane Napoleone Bonaparte e, a titolo interinale, del generale Desaix. I suoi 70.000 uomini erano dislocati da Brest a Ostende. Nel febbraio 1798 il generale Bonaparte ispezionando le truppe arrivò alla conclusione che bisognava rimandare lo sbarco . “”intraprendere una discesa in Inghilterra senza essere padroni del mare è l’operazione più ardita e la più difficile””. In mancanza di una favorevole occasione, queste truppe furono trasferite ad altri compiti.

2. Il campo di Boulogne

Nell’anno XII della Repubblica, il primo console Bonaparte, con la fine della Pace di Amiens (l’18 maggio 1803), ritornò a questo vecchio progetto. Una medaglia denunciante la predetta rottura fu coniata:

Nel dritto: IL TRATTATO DI AMIENS ROTTO DALL'INGHILTERRA NEL MAGGIO 1803, un leopardo intento a strappare a pieni denti una pergamena; in evidenza, DENON[3] DIREXIT / JEUFFROY[4] FECIT (Denon ha diretto, Jeuffroy ha eseguito).

Nel rovescio, HANNOVER OCCUPATA DALL’ESERCITO FRANCESE NEL GIUGNO DELL'ANNO 1803[5], la vittoria cavalca un cavallo al galoppo verso destra. In evidenza, CONIATA CON L'ARGENTO DELLE MINIERE DI HANNOVER[6] L'ANNO 4 DI BONAPARTE.

 

Una moltitudine di militari (vicina ai 150.000 uomini) venne concentrata sulle coste di fronte all’Inghilterra, da Ostende al Cap Gris Nez. Sull’isola di Texel, nei Paesi Bassi, 40.000 uomini al comando del generale Marmont, aspettavano i suoi ordini per imbarcarsi.

Ad ospitare le truppe di stanza lungo la costa, che aspettavano venisse dato loro il segnale di partenza, una città di capanni fuori terra.

Il soldato Jean-Jacques Bellavoine appunta nel diario i suoi compiti giornalieri : « vi dirò che il campo di cui faccio parte è situato su una montagna lontana circa 600 passi dal mare. Abbiamo dei tamburi che suonano la sveglia alle tre del mattino, tutti i giorni, bisogna svegliarsi e recarsi sulla piazza d’armi (ndr fronte bandiere) per l’appello. Un altro appello è alle ore dieci prima della zuppa, un altro all’una di pomeriggio, un altro ancora alle quattro, e un altro alle sei di sera al botto del canone per la ritirata. Ed ancora dei contrappelli durante la notte. E una volta rientrati c’è una pausa di 12 ore per poi comandati di pattuglia notturna...»[7]

Le giornate de soldato sono dedicate all’addestramento militare, alle prove di imbarco e sbarco, tutto questo sotto l’attento controllo della marina di Sua Maesta britannica che, nella favorevole occasione, prova il colpo di mano o disturba l'esercito francese.

L'invasione dell'inghilterra venne attivamente preparata: furono assoldate delle guide e degli interpreti e, il 12 di vendemmiano anno XII (5 ottobre 1803), un decreto fu pubblicato nel “Journal militaire”:

« Articolo Primo. Sarà formata una compagnia di guide-interpreti per essere impiegata nell'armata d'Inghilterra […]

Articolo III. L’arruolamento per questa compagnia mediante reclutamento che avverrà a Parigi e nei portri mare da Ostende fino a Saint-Malo. Per essere ammessi, non bisognerà avere più di 35 anni, di buona constituzione, saper parlare e tradurre l'inglese, aver vissuto in Inghilterra, saperne di topografia ed essere in possesso di pregressi certificati di servizio e di buona condotta. Gli irlandesi dimoranti in Francia ed i giovani della coscrizione che non fanno parte dell’esercito potranno essere ammessi in questa compagnia, riunendo le predette condizioni richieste... »

 

Nel frattempo, il primo console Bonaparte era stato proclamato «Napoleone Primo Imperatore» della Repubblica francese[8], le truppe prestarono giuramento al nuovo sovrano. Il 16 agosto 1804[9] Napoleone conferì le prime onorificenze della croce della Legione d'onore di nuova istituzione, a dei militari, davanti l'armata d'Inghilterra. Una medaglia fu coniata per l’occasione.

 

 

 

 

                                                     

 

 

 

 

 

 

 

 

Sul dritto, si legge: HONORE LEGIONARIO AI BRAVI DELLE ARMATE; Napoleone cinto di alloro, seduto su un sedile curule posto su una pedana ornata da due corone di alloro, porgente una medaglia della legione d'onore ad un granatiere in piedi davanti a lui, fucile in spalla, davanti un porta aquila (corrazziere o dragone) ed altri due soldati (di cui un ussaro); alle spalle dell’imperatore, due uomini in piedi in abiti all’antica[10]; in evidenza : A BOULOGNE LE XXVII THERM. AN XIII / XVI AOÛT MLCCCIV / DENON D. JEUFFROY F. 

Sul rovescio, la disposizione dei partecipanti a questa cerimonia in cui è indicato; Napoleone seduto su un trono posizionato al centro d'un emiciclo dove si distingue 1) la cavalleria 2) la fanteria, 3) i generali, 4) le bandiere, 5) i legionari, 6) la guardia imperiale, 7) i musici ed i tamburi 8) gli Stati Maggiori dei corpi 9) lo Stato Maggiore Generale 10) il trono. In basso JALEY[11] F.

 

Il racconto di uno dei testimoni oculari di questa cerimonia ha così descritto lo spettacolo:

«Tutte le truppe si misero in marcia per recarsi a due chilometri da Boulogne. […] Là, il terreno scivola dolcemente verso la scogliera formando in maniera naturale un anfiteatro, diventando così il luogo più favorevole per riunire in un piccolo spazio l'armata e il più gran numero possibile di spettatori. Al centro di questo anfiteatro, si sviluppava una pedana sulla quale era stato posizionato il trono di uno dei re della prima razza [...] Non si vedevano altri ornamenti che i trofei composti da stendardi e bandiere catturate al nemico  [...]

Seduto sul trono, lui [Napoleone] aveva alle sue spalle suo fratello Giuseppe; dietro, gli ufficiali della corona. Su un piedistallo inferiore trovavano posto i ministri, i colonnelli generali, i senatori; più in basso, gli aiutanti di campo, e ai piedi del trono, su dei banchi erano disposti, a destra, i consiglieri di stato e i generali, a sinistra i funzionari civili e sulla stessa linea, da un lato tutti i corpi di musica dell’esercito, dall’altro lato più di 2000 tamburi, e alle due estremità tutti gli stati maggiori generali di campo. Questa linea lunga 150 tese era la base dell’emiciclo attorno al quale l’armata si era riunita. Davanti il trono prendevano posto 60 reggimenti disposti ognuno in 20 colonne di divisione strette, creando così altrettanti raggi diretti verso un centro comune; le loro estremità divergenti si prolungavano sulle altezze che coronavano a semicerchio, 20 squadroni di battaglia. In testa a ogni colonna, prendevano posto, per plotoni, i bravi che dovevano ricevere la legione d’onore. Dietro a essi, le bandiere e dei generali di ogni divisione…Al segnale dato i tamburi batterono la carica e all’istante tutta l’armata si mosse. Le colonne serrando i ranghi avanzarono in ordine impeccabile fino alla metà del percorso che li separava dal trono […] Un altro segnale interruppe questa massa impenetrabile, e come incanto, divenne immobile e attenta […] Quindi il grande cancelliere pronunciò un discorso analogo alla cerimonia; l’imperatore di seguito prestò giuramento dell’ordine che fu ripetuto dai legionari ai quali si unì spontaneamente tutta l’armata.

 

3. La propaganda.

In tutto l’impero, la propaganda annunciava la fine del nemico ereditario. Per provare la loro fede, numerosi dipartimenti decisero di impegnarsi nella costruzione di battelli a chiglia piatta, destinati al trasporto delle truppe attraverso la Manica. Il dipartimento dell’Ourthe, per esempio, decise di offrire 6 bastimenti, mentre il bollettino amministrativo per dipartimento dell’Ourthe annunciava che gli alunni Liceo imperiali di Liegi avrebbero studiato il libro IV del De bello gallico, che narra della spedizione di Cesare in Bretagna. Duemila barche dal fondo piatto vennero costruite e consegnate all’armata d’Inghilterra. Delle medaglie furono coniate per questa occasione.

 

 

   

 

                       

 

 

 

 

 

         

                         2000 barche sono costruite                            Campo di Boulogne anno XII DE LA R. F.

 

 

Sul dritto, si vede la testa di Napoleone di profilo destro coronata di alloro, avente per leggenda, NAPOLEON-EMPEREUR, ed in basso a destra la firma dell’incisore, J.P. DROZ F.[12]

Sul rovescio: NELL'ANNO XII 2000 BARCHE A FONDO PIATTO SONO CONSTRUITE; si vede Ercole rivolto verso destra, una corda tra le mani mentre immobilizza tra le gambe un leopardo. In evidenza,  DENON DIREXIT / 1804.

Esiste un’altra medaglia con la medesima illustrazione sul rovescio: a destra la stessa effigie di Napoleone, ma senza nessun’altra iscrizione oltre il nome dell’incisore. Sul rovescio, si legge: CAMP DE BOULOGNE- AN XII DE LA R.F.[13]

 

Per attraversare la Manica, i francesi necessitavano di una dozzina di ore con tempo favorevole e l’allontanamento della Royal Navy. La medaglia che segue probabilmente esprime questo augurio.[14]:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sul dritto: testa nuda di profilo sinistro di Bonaparte; BRENET F.; in basso DENON DIREXIT.

Al rovescio: LA FORTUNE CONSERVATRICE, la dea Fortuna a destra, seduta su una nave; sopra di essa una stella a sei punte (una buona stella di Napoleone) in evidenza,

 BRENET / L’AN 4 DE BONAPARTE

 

Altre due medaglie riportano la data di quest’epoca. Entrambe sono note come esemplari unici. La prema, in rame, fa parte delle collezioni del museo Carnavalet di Paris:

 

 

 

Sul dritto: N. BONAPARTE PRIMO CONSOLE DELLA REPUBBLCA FR.; busto di Bonaparte, a destra, in tenuta di primo console. Sotto il busto, JEUFFROY F.

Sul rovescio: DISCESA IN INGHILTERRA; in evidenza, CONIATO (sic) A LONDRA NEL 1804 ; Ercole, con i tratti di Napoleone, schiaccia tra le sue braccia un mostro dalle gambe a serpente, che tiene sospeso dal suolo.

Questo mostro è il gigante Anteo, figlio di Nettuno, dio del mare, et della dea Terra[15].

 

La seconda medaglia è comparsa prima del 1819 nella raccolta d’un medico britannico, il dottore Burney. Fu acquistata nel 1906 dal British Museum:

 

 

 

Sul dritto: testa cinta di corona di alloro di Napoleone, a destra, senza titolo; al di sotto, in due righe, JEUFFROY FECIT / DENON DIREXIT. Il rovescio è identico a quello della medaglia precedente.

Se ne conosce un solo esemplare, in piombo. E’ esposta in una bacheca del British Museum[16].

 

4. una medaglia contraffatta?

 

Esiste una terza medaglia con questo rovescio, segnalata dal 1840 nel Trésor de numismatique et de glyptique[17], che differisce dalle precedenti per l’effigie:

Al dritto, la légenda NAPOLEONE – EMP. E RE., attorno la testa coronata di alloro di Napoleone; in basso si legge, DROZ FECIT lungo il collo, DENON DIREXI (sic) sotto la testa. Il rovescio, al di là di ciò che pensa H.E. Grueber (vedere qui sotto) é identico a quello delle medaglie precedenti. Una parte degli esemplari noti portano sul bordo, la dicitura «COPIED FROM THE FRENCH MODEL». Questo terzo tipo non è di grande rarita[18].

 

         

 

In un articolo di Numismatic Chronicle dedicato alle medaglie in argomento, H.E. Grueber dichiara suo avviso: «...sembra che questa Medaglia non è soltanto povera ma anche una imperfetta copia di quella di Jeuffroy; e che sia stata eseguita da qualcuno che non conosceva il latino e nemmeno scrivere in francese; DIREXI sostituito per DIREXIT, e FRAPPÈ per FRAPPÈE…»[19]. Da Fellmann nel 1840 con le conclusioni di Grueber nel 1907, la causa sembrava estesa; questa medaglia non è altro che una pessima imitazione di quella passata dalla collezione Burney al medagliere del British Museum.

 

Un testo, passato inosservato fino ai nostri giorni ha attirato la mia attenzione. Nel 1845, un industriale di Birmingham, Edward Thomason (1761-1849), dai molteplici talenti, ha publicato le sue memorie. Si trovano numerose menzioni relative alla realizzazioni d'oggetti d'arte, di monete, di medaglie. Nelle pagine dedicate a l'anno 1819, scrive : «A quest’epoca, vennero scoperte a Parigi alcune medaglie il cui cogno era stato realizzato in segreto nel corso del 1804, l'epoca in cui l'imperatore Bonaparte ordinava la costruzione di 2000 piccole navi a Boulogne, con l'intento, annunciato con decreto, di trasportare la sua armata per conquistare l'Inghilterra. Al dritto della medaglia, vi è una bella testa di Bonaparte, con la legenda NAPOLEONE EMP. E. RE. DENON DIREXT. E il soggetto allegorico del rovescio - Anteo vinto da Ercole. Anteo l'enorme gigante, chiamato "figlio della terra", lottò con Ercole, e, comprendendo dopo aver scaraventato per tre volte il gigante a terra, che riprendeva nuove forze ogni volta che toccava terra, lo sollevava tra le sue braccia evitando che potesse toccare il suolo, tenendolo così pronto per ucciderlo. Ercole rapresenta la Francia e Anteo, l'Inghilterra. Legenda: DISCESA. IN. INGHILTERRA. e, in evidenza, CONIATO. A. LONDRA. NEL. 1804.

Questa spedizione annunciata a gran voce è rimasta abbandonnata, Denon conservò secretamente i i cogni e una mezza-dodicina di medaglie, tra le mura della sua casa. Il pubblico ignorava completamente che tali medaglie fossero mai esistite. È solo dopo la morte di Denon avvenne la scoperta, e che tre di loro furono offerte al generale spagnolo Alava[20] che nel suo paese accompagnava sempre il duca di Wellington. Il generale ne offrì una al duca il quale stimava che fosse un eccellente occasione per mostrare la presunzione di Bonaparte[21]. Da qui la lettera spedita da Sir Neil Campbell[22]. Sono giunto a fare une copia esatta dell'originale, al punto che è difficile distinguere la medaglia di bronzo del mio conio, dall'originale francese».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il disegno che figura nelle memorie di Thomason.

 

 

La descrizione e il disegno eseguito da Thomason corrispondono a un dritto di Droz (compresa il preteso errore di latino[23]) associato ad un rovescio simile (vedere qui sotto). Notiamo anche che Denon era sempre vivo nel 1819. La lettera che segue permette di pensare che sia stato un impiegato della zecca delle medaglie che ha procurato a l’industriale britannico i conii in argomento. Non si esclude che la data del 1819 sia quella in cui Wellington abbia deciso di far conoscere questa medaglia[24], ma non che la date ove Alava e il duca di Wellington l’abbiano ricevuta, sia anteriore. È possibile che sia stato nel corso della seconda presa di Parigi, del 1815, che queste oggetti abbiano cambiato di mano.

Nella lettera frettolosa di Sir Neil Campbell vi figura il passaggio di seguito qui tradotto: «…Ho ricevuto questo dal colonnello Minnacci, aiutante di campo del generale Alava, un ufficiale spagnolo che ha sempre accompagnato il duca di Wellington, e oggi ambasciatore a La Haye. Il colonnello Minnacci mi ha informato che lo stampo che è servito a fondere la mia medaglia è in possesso di una persona che lavora per il governo a Parigi e penso alla Zecca. Nel corso dei diversi cambiamenti di mano tutto ciò è rimasto nel più grande segreto. Le medaglie sarebbero dovute essere fuse a Parigi prima dell'invasione e quindi messe immediatamente in circolazione […]

Neil Campbell[25]

 

Il racconto di Thomason contiene delle inesattezze. In effetti, l’esistenza delle medaglie «discesa in Inghilterra» da lui riprodotte è attestata nel 1819[26], tuttavia la loro scoperta nella casa di Denon dopo la sua morte è inventata: l’artista è deceduto nel 1827. Invero, un informazione interessante figura nella lettera del colonnello Campbell: la collaborazione d’una persona al servizio del governo francese. Un primo sospetto potrebbe essere Dominique-Vivant Denon il quale aveva incontrato di persona Thomason nel maggio 1814 nel corso de la visita di quest’ultimo a Parig[27]. La fiaba dell’invenzione post-mortem del direttore della «Zecca delle Medaglie» si spiegherebbe quindi dal pensiero di dissimulare l’identità di colui che aveva rivelato un progetto di medaglia suscettibile di fare ridere della presunzione di Napoleone. L’attaccamento di Denon a Napoleone al quale era legato almeno dalla conquista dell’Egitto, rende la cosa poco credibile. Un altro candidato più probabile è : Jean-Pierre Droz. L’incisore svisseero, nel 1787, era andato a lavorare presso le officine Boulton di Birmingham, à la fabricazione di monete di rame, ove vi rimase fino al 1802[28]. Ebbene, a quell’epoca, Edward Thomason era anche lui al servizio di Boulton e si prodigo nella fabricazione di monete e di gettoni (tokens) nel 1796[29]. È inevitabile che queste due persone si siano conosciute. E anche inevitabile che si siano incontrate a Parigi nel corso del viaggio del 1814, Droz essendo allora conservatore del «Museo monetario». Il silenzio di Thomason riferito a questo incontro potrebbe essere destinato a nascondere questo piccolo tradimento dell’incisore al quale gli si può sospettare una certa anglofilia in ragione del suo passato.

 

Per sintetizzare ciò che precede:

Nell’anno XII, sotto il Consolato, la Zecca delle medaglie prepara la probabile vittoria, d’una invasione dell’Inghilterra. L’incisione del progetto è affidato a Jeuffroy. Il Consolato fa posto a l’Impero. È necessario cambiare l’effigie. Jeuffroy riadatta il suo progetto e utilizza un nuovo tipo di dritto che sarà in uso solo per un breve lasso di tempo nel 1804, quello della testa di Napoleone senza iscrizione, che prepara la transizione d’un regime all’altro[30]. Per colpa dell’invasione, il progetto della medaglia è abandonnato. Nel 1819, Thomason, informato dell’esistenza de queste medaglie, si procura dei conii originali grazie alle sue conoscenze alla Zecca di Parigi. Il dritto «Bonaparte primo console» e quello senza iscrizione, non conviene alla sua impresa commerciale. Gli serviva un «Napoleone imperatore». Droz (probabilmente) gli procura il rovescio originale et delle effigie di Napoleone, incise da lui stesso, ma inutilizzate per via di errori: le DIREXI per DIREXIT, dovuto alla cattiva gestione dello spazio a disposizione dell’incisore, et soprattutto, della sbarra sotto questa parola (ben visibile nel disegno de Thomason). Questa sbarra si spiega facilmente se si ammette che questo conio è un’altra prova sbagliata de dritto della medaglia successiva e che sia stata fatta per cancellare la dat in cifre latine non adatte in questo caso.

 

La comunicazione di questa medaglia a Thomason dal duca di Wellington non era innocente. Quest’ultimo n’ignorava l’interesse del suo compatriota per la numismatica, ne l’esuberante attività commerciale dell’industriale. L’interesse del general britannico era, al momento in cui entrava nel governo di lord Castelreagh, di ravvivare un pò di più il riccordo della minaccia francese da un regime al quale aveva contribuito largamente alla sua caduta.

 

La medaglia con la quale avevo fatto il raffronto qui sotto è del 1806. Sul dritto, l’effigie di Napoleone il capo cinto di corona di alloro, a destra, è attorniato dalla legenda NAPOLEONE- IMP. E RE.; lungo il collosi legge DROZ FECIT, ed in basso DENON CREAVI / MLCCCVI

La legende del rovescio è: TOTO DIVISOS ORBE BRITANNOS[31] (i britannici separati dal mondo intero); in evidenza, si legge DENON DI JEUFFR FE. / 1806 /. Fellmann nota che un esame più attento di questa medaglia permette di distinguere le tracce del testo inciso in precedenza sui i conii, riutilizzati[32]

Si tratta, senza alcun dubbio d'un «reciclo» dei modelli precedenti. Il disegno del rovescio della medaglia in questione è identica al modello - supposto falso da Fellmann e Grueber- «DISCESA IN INGHILTERRA» di cui se n’è parlato fin qui, a l'eccezione dei testi del rovescio. Thomason, come in precedenza già detto, desirava utilizzare i conii incisi al momento della decisione presa da Napoleone del «Blocus continental», ma rimasti inutilizzati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

5. L’abbandono di campo.

 

La formaziond della terza coalizione contro la Francia fece abbandonare il campo di Boulogne il 17 agosto 1805. Il 24 agosto, l'armata si diresse verso la Germania, per una campagna ove il punto culminante sarebbe stata la battaglia di Austerlitz.

 

Il 21 ottobre 1805; l'ammiraglio Nelson annientava la flotta franco-spagnola a Trafalgar. Qualsiasi possibilità di tentare una nuova invasione dell'Inghilterra era definitivamente persa.

 

L’abbandono di camp fu l'occasione per coniare un’ultima medaglia consacrata al campo di Boulogne:

 

Sul dritto: NAPOLEONE -IMP E RE, testa cinta di corona di alloro a destra; sul bordo del collo, ANDRIEU[33] F.

Roverscio: L'IMPERATORE COMANDA LA GRANDE ARMATA. Il trono imperiale ricoperto d'un mantello; su uno dei bracci del trono si vede la mano della Giustizia; davanti, un’aquila; sotto, una saetta; in evidenza, si legge:

ABBANDONO DEL CAMPO DI BOULOGNE XXIV AGOSTO 1805 PASSAGGIO DEL RENO IL XXV SEPbre 1805; sopra il testo, a sinistra, BRENET[34] F., a destra, DENON D.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Riconio in bronzo.

 

 

 

NOTE:

 

[1] Nel 1801, il Regno Unito contava circa 15 milioni di abitanti (10,5 milioni per l'Inghilterra, la Scozia e il Galles). L'esercito britannico era composto da volontari e solo dal 1915 conobbe la leva obbligatoria.

[2] La Francia contava 30 milioni di abitanti, a cui si aggiungevano i coscritti dai territori occupati o annessi dalla Repubblica (Belgio, Olanda, riva sinistra del Rodano, Svizzera, una parte dell'Italia).

[3] Dominique-Vivant Denon (1747-1825), du diplomatico, scrittore, incisore, organizzò il musée del Louvre. Realizzò i disegni di molte medaglie incise da altri.

[4] Romain-Vincent Jeuffroy (1747-1826), incise diverse medaglie fu direttore della Zecca di Stato.

[5] Nel 1714, l'elettore (ndr titolo che gli permetteva di eleggere l’Imperatore di Germania)  di Hannover Georges I divenne sovrano del Regno-Unito d'Inghilterra, Scozia e Irlanda. I suoi dicendenti maschi ne rimasero sovrani fino al 1837. A quella data, Vittoria benché erede alla corona d’Inghilterra, il trono passo ad un erede maschio con l’applicazione della legge salica voluta dal sovrano Hannover.

[6] Vi erano effettivamente delle miniere d’argento nell’Hannover, a Clausthal e a Andreasberg (cf. Michel-Ange de Mangourit, Voyage en Hanovre fait dans les années 1803 et 1804, Paris, 1805, p. 476).

[7] Beaucour, Fernand, Notes et souvenirs de J.-J. Bellavoine, soldat du camp de Boulogne, Revue du Nord, t. 50, n° 198, juillet-septembre 1968, pp. 435-447.

[8] Solo nel 1808 la Repubblica francese si transforma in Impero francese, benchè la popolazione utilizzasse il termine «Impero» dalla proclamazione de Napoleone.

[9]  Una prima distribuzione, a dei civili, ebbe luogo a Parigi il 15 luglio 1804.

[10]  due cancellieri incaricati di porgergli le decorazioni.

[11]  Louis Jaley (1765-1840), incisore francese, autore di numerose medaglie.

[12] «Jean-Pierre Droz fecit » Jean-Pierre Droz (1746-1823), inventore ed incisore, fu direttore della Zecca delle medaglies assieme a Tiollier e ad Andrieux.

[13] È sicuramente anteriore alla precedente. Si può suporre che è stata coniata poco prima l'ascensione alla dignità imperiale di Napoleone. Una fotografia di questa medaglia è riprodotta nel Numismatic Chronicle, ser. IV, vol. VII, 1907, pl. XVIII, 1.

[14] Fortuna a numerosi sensi, necessità qui riprendere quello delle «circonstanze favorevoli». La «Fortuna» economica sarebbe stata raffigurata con una cornucopia dell’abbondanza.

[15] Ogni volta che Anteo toccava terra, recuperava le forze. Ercole, scoprendolo lo schiacciò tra le sue braccia sanza permettergli di riprendere contatto con la Terra, sua madre.

[16] Questa medaglia era conosciuta nel 1819; figura nel Medallic History of Napoleon, London 1819, pp. 46-47, n.126. In base alla prefazione dell’opera, che fu composto in grande parte dal cavaliere Millin (1759-1818). Costui, vicino con passione a Luigi XVIII non poteva più pubblicare la sua storia metallica di Napoleone. Il manoscritto e le incisioni delle tavole andarono al Regno-Unito. James Millingen, identificato nelle edizioni successive, aggiunse al testo delle medaglie mancanti, come diverse tavole. La «discesa in Inghilterra» di Jeuffroy e Denon fa parte di queste aggiunte.

[17] Tesoro di numismatica et di glittica o raccolta generale di medaglie, monete, pietre incise, bassorilievi , ecc… antichi come moderni i più interessanti dal punto di vista dell’arte e della storia …Collezione delle medaglie dell’impero francese e  dell’Imperatore Napoleone [Georges-Julien Fellmann], Paris 1840.

[18] Il British Museum ne possiede un esemplare in metallo bianco (argento ?).

[19] H.A. Grueber, la «Discesa in Inghilterra», The Numismatic Chronicle and Journal of the Royal Numismatic Society, Fourth Series, Vol. 7 (1907), pp. 434-439. 

[20] Miguel Ricardo de Alava y Esquivel (1772-1843), generale, uomo politico e diplomatico spagnolo. Accompagnò effettivamente Arthur Wellesley, il futuro duca di Wellington, nelle sue campagne della Penisula e del sud della Francia. Ambasciatore a La Haye nel 1815, assistette alla bataglia de Waterloo nello stato-maggiore del duca di Wellington. Dopo la vittoria alleata, fu nominato ambasciatore a Parigi e nei Paessi-Bassi. Si dimise nel 1819.

[21] «Il Generale ne presentò una al Duca, che la considerava un eccellente opportunità per esibire la presunzione di Bonaparte», Sir Edward Thomason, Memoirs from During a Half Century, vol. I, London 1845, pp. 171.

[22] Sir Neil Campbell (1776-1827). Brillante ufficiale britannico, combattè nella Martinique, in Spagna, fu indicato quale osservatore presso l’esercito russo. Nel 1814, il governo lo incaricò di sorvegliare Napoleone sull’Isola d’Elba il quale evase durante una delle sue assenze. Era nello stato maggiore di Wellington a Waterloo. Fino al 1818, commandò delle forze d’occupazione in Francia. Diventato maggiore-generale nel 1825, fu nominato governatore della Sierra-Léone ove morì di malattia nel 1827.

[23] Thomason scrive DIREXT per DIREXI, errore di lettura facile in ragione della forma delle I.

[24] SI nota che Thomason, il 1mo agosto 1815, avevano proposto al duca di Wellington la creazione d’una serie di 150 medaglie che glorificavano gli ufficiali che avevano combattuto sotto i suoi ordini. Questo progetto abortì: cf. Sir Edward Thomason, Memoirs from During a Half Century, vol. I, London 1845, pp. 78-79.

[25] Sir Edward Thomason, Op. cit., pp. 170-172.

[26] È permesso dubitare dell’esattezza dell’affermazione di Thomasson relativa alla data, ma vi è un’altra menzione contemporanea di questo rovescio nell’introduzione del libro, «Soria della medaglia di Napoleone Bonaparte, tradotto da Miss Ann Mudie Scargill, dal manoscritto originale, intendendo che fossero pubblicate dall’ultimo Governo della Francia, Londra, 1820», introduzione, p. X: «Sorridiamo quando vediamo la Medaglia di Napoleone, il quale condifenzialmente ancipava il possesso del nostro paese, e il proposito di essere «coniata a Londra; …». Notiamo che l’autore non menziona la medaglia in questione nel libro, cosa normale, dato che si tratta d’una traduzione di un’opera francese che descrive le medaglie ufficialmente cognate dalla Zecca delle medaglie. D’altro canto, non abbiamo potuto identificare Ann Mudie Scargill, ma molto probabilmente era parente dell’incisore di medaglie James Mudie.

[27] Thomason, Op. cit., pp. 64-66. On notera p. 66, ce passage : « I returned home highly gratified with the sight and purchase of the Buonaparte medals, so superior in classical taste and execution to those in England… I was mortified to see that great disparity and excellence and good taste in the numismatic art between the two countries. »

[28] L. Forrer, Médailles gravées par des artistes d’origine suisse, Revue suisse de Numismatique, 8 (1898), p. 314.

[29] Thomason, Op. cit, pp. 2-3.

[30] Les médailles contemporaines du Consulat ou de l’Empire, sans titre de premier consul ou d’empereur ont été frappées en 1804 et une fois en 1810. Ce type d’effigie a aussi été repris pour plusieurs nouvelles médailles de Napoléon conçues sous le règne de Louis-Philippe.

[31]  Questa legenda è tratta da Virgilio, Eglogues, I, vers 67.

[32] Trésor de Numismatique et de Glyptique, Collection des médailles de l'Empire français et de l'empereur Napoléon, Paris, 1840, p. 34, n° 17 et planche XIV.

[33] Jean-Bertrand Andrieu (1761-1822), incisore e scultore francese.

[34] Nicolas-Guy-Antoine Brenet (1773-1846), incisore francese autore di numerose medaglie sotto l'Impiro, la Restaurazione et la Monarchia di luglio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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